Sono nato nel 1938, ho vissuto la mia infanzia a Bologna, nei miei primi ricordi ci sono bombardamenti e rifugi. Cominciando a crescere ho vissuto in un mondo senza giocattoli, dove i grandi avevano ben altre cose a cui pensare.

Naturalmente un bambino si diverte lo stesso, basta rimediare qualcosa che tagli, poi con la fantasia si riesce a fare qualsiasi cosa, così per me è nata, non dico la passione, ma sicuramente l’abitudine al coltellino…
Aggiungiamoci poi i campeggi da scout, la caccia, la pesca in mare, il militare come ufficiale dei lagunari, naturalmente esploratori, poi geologo in tutte le parti del mondo, insomma un coltellino in tasca l’ho sempre avuto.

A farli ho cominciato tardi, per mia fortuna proprio quando è nata la CIC, a cui mi sono subito iscritto, n 38, e dove ancora partecipo come maestro.
Sono un hobbista vero, pronto ad ammettere che egoisticamente tutto quello che faccio è solo per il mio piacere, mi diverte fare coltelli sempre diversi, stare a contatto con la gente, facendo dei veri custom, cercando di trasformare in realtà il desiderio di un appassionato.
E tutto questo senza l’assillo del tempo e del bisogno, mi reputo un vecchio uomo fortunato.

Come generalmente succede, le prime cose che ho fatto sono state lame fisse, poi sono passato ai pieghevoli .
Il ragionamento è stato questo: a cosa serve un coltello se non lo posso portare ed usare ? Può essere fatto anche con materiali nobili e costosi, posso collezionarli perchè mi piace un certo genere o lo stile di un autore, ma se voglio me lo metto in tasca e lo porto con me purchè non troppo grande e soprattutto perchè ci sono tante occasioni per usarlo.

Un coltello che non si possa usare non ha senso, non è un coltello. È un po’ come con gli orologi, come si può collezionare orologi che non funzionano?

Così sono nati i miei coltelli chiudibili con blocco a pompa posteriore, fatti con un mio stile che li rende facilmente riconoscibili. Per la verità, i primi tempi ho sentito critiche, dicevano che erano troppo barrocchi, troppo ricchi con il dorso e le cartelle lavorate a lima, che naturalmente non ho inventato io, poi sono comparsi i primi imitatori, anche qulcuno che fotocopiava, comunque sono sempre andato avanti per la mia strada senza pensieri, e facendo sempre coltelli che io ero il primo ad usare .

Cerco di farli armoniosi, se mi è permesso il termine, dove lama ed impugnatura si fondino in un unico movimento, e che chi lo prenderà , dovrà sentire come il coltello che è suo da sempre e che sente caldo nelle sue mani.
Vi assicuro che è una grande soddisfazione quando in qualche mostra ti compare davanti un volto che non sempre ricordi, ma che con un sorriso complice, tira fuori di tasca un tuo coltello e ti saluta.

Pierluigi Gulli